10 gennaio 2024, a cura di Cecilia Mariani
Qual è la prima cosa da fare per organizzare un’escursione? Sicuramente scegliere un itinerario. Ci sono infinite possibilità, infinite destinazioni da scoprire. E allora come si fa a scegliere quello giusto? In questo articolo vi darò alcuni consigli su come fare e cosa considerare per prendere la decisione più adatta ad ogni occasione.
Internet vs guide cartaceePer scegliere un itinerario di trekking possiamo usare varie risorse. Al giorno d’oggi internet è pieno di relazioni stilate da club alpini, guide, escursionisti più o meno esperti. Queste relazioni possono essere più o meno ben fatte. Ce ne sono di molto accurate, ma anche di meno precise, e sta a noi verificare le informazioni e stabilirne l’affidabilità. Cosa cerchiamo in una relazione? Per prima cosa una descrizione del percorso precisa e dettagliata, ancora meglio se corredata da fotografie dei passaggi chiave. Oltre alla descrizione è utile avere alcuni dati come ad esempio la lunghezza del percorso, il dislivello positivo e quello negativo, l’altitudine massima raggiunta, i punti di appoggio presenti o meno lungo il percorso, le indicazioni per arrivare al luogo di partenza ed eventuali chiusure stagionali. Tutte queste informazioni, poi, dobbiamo saperle valutare in relazione alle nostre capacità, ma di questo parleremo più avanti.
Cartina vs app
Una volta trovata la relazione del percorso che ci interessa, è utile riportarla su una cartina, cartacea o digitale, per avere un’immagine più chiara dell’itinerario di trekking che andremo a percorrere. La cartina ci aiuta proprio in questo, a riprodurre il terreno fisico che attraverseremo e, con un po’ di pratica, riusciremo ad interpretarla per farci un’idea abbastanza dettagliata di quello che vedremo. Sulla cartina sono rappresentati i sentieri, differenziati in base al tipo di sentiero e contrassegnati dal numero o dal nome che li rappresenta (almeno sulle Alpi). Sono rappresentate le strade, i centri abitati, i rifugi e altri edifici che possiamo trovare in montagna. Ci sono i fiumi e i corsi d’acqua, i laghi, i boschi e gli spazi aperti. E fin qui è tutto abbastanza semplice. Sono poi rappresentate le curve di livello, che raffigurano il dislivello sia positivo che negativo. Seguendo il nostro percorso riusciremo a vedere in che direzione attraverserà le curve di livello, e quindi a capire se staremo camminando in salita oppure in discesa. È possibile addirittura capire quanto ripido è un pendio guardando proprio le curve di livello. Insomma, la cartina rende la descrizione un po’ più reale e ci permette di visualizzare il percorso. Le due insieme sono un grande aiuto nella fase di pianificazione. Ci sono poi tante app di tracciamento su cui è possibile scaricare le cartine della zona che ci interessa, trovare percorsi e tracce .gpx già caricati da altri utenti e seguirli oppure tracciare il proprio percorso. Le app più famose sono Outdooractive, Komoot, Wikiloc, Fatmap.. potrei andare avanti all’infinito. Io consiglio di trovarne due o tre di cui ci fidiamo, imparare a usarle bene e proseguire con quelle. Il bello di queste app è che possiamo usarle direttamente sul campo, e non solo durante la fase di pianificazione. Attenzione però: la maggior parte non funziona senza connessione dati, ma si possono scaricare mappe e percorsi per poterli utilizzare anche offline.
Il terrenoÈ importante considerare il tipo di terreno che sarà presente lungo il percorso. Cammineremo su sentieri ben visibili, relativamente semplici, oppure su terreno sconnesso e magari roccioso, che richiede un diverso tipo di preparazione? Sapere quale tipo di terreno ci troveremo ad affrontare ci aiuta a decidere quali scarpe indossare e cosa portare, ma anche a capire se l’itinerario è adatto a noi e a quello che vogliamo fare. Se soffriamo di vertigini, ad esempio, dobbiamo sapere se ci saranno dei tratti esposti. Se abbiamo problemi alle ginocchia magari un sentiero troppo ripido non è adatto. E così via. Inoltre, se la descrizione ci dice che ci sono alcuni tratti dove il sentiero è poco visibile o addirittura non è presente, dobbiamo essere sicuri di saper leggere il terreno per poter proseguire senza perderci. In questo caso saper usare cartina e bussola, o un GPS, è fondamentale.
Le previsioni meteoMai partire per un’escursione senza aver prima consultato le previsioni meteo. Ancora meglio se poi ne consultiamo più di una, per confrontarle. Con le risorse che abbiamo a disposizione oggi è facilissimo recuperare informazioni accurate e in tempo reale, e questo ci può aiutare ulteriormente nel decidere il nostro itinerario. Se le previsioni dicono che pioverà nel pomeriggio magari allora è meglio scegliere un percorso più breve, oppure un itinerario più semplice e percorribile anche in caso di pioggia. Se c’è rischio di temporali meglio stare lontani dalle creste più esposte. La presenza o meno di neve ci farà propendere per una zona invece che un’altra. Inoltre, cosa altrettanto fondamentale, consultare le previsioni è importante per decidere cosa portare e come vestirsi: guanti e piumino o maglietta a maniche corte, scarpe da trail o scarponi e ramponi, e via dicendo. Ci sono tantissime app da scaricare e consultare per avere una previsione meteo accurata, a seconda della zona in cui ci troviamo. Alcune delle mie preferite sono MeteoBlue, MeteoSwiss, Windy, XCWeather e, per l’Italia, il sito Arpa della regione in cui mi trovo. Ci sono molte altre risorse, infinite. Come per le app di tracciamento, anche qui è importante imparare a usarne due o tre e rifarsi sempre alle stesse, per essere sicuri di riuscire a estrapolarne informazioni accurate.
Scegliere un sentiero alla propria portataUna volta considerati tutti questi fattori bisogna poi confrontarli con il nostro livello fisico e le nostre capacità tecniche in montagna, e valutare attentamente se saremo in grado di completare l’itinerario oppure no. Questi due fattori sono fondamentali, ed è fondamentale conoscere se stessi per scegliere un percorso adeguato. Altro consiglio è quello di avere sempre un piano B. Se, per qualsiasi motivo, una volta arrivati sul posto decidiamo che non è possibile proseguire, è bene essere preparati e sapere se ci sono percorsi alternativi per poter arrivare alla nostra meta. In assenza di questi, tornare sui nostri passi è sempre un opzione valida. In ogni caso, consiglio sempre di comunicare il proprio itinerario a una persona fidata prima della partenza, in modo che sia possibile contattare i soccorsi in caso di mancato ritorno o di difficoltà.
Tutte queste cose sono collegate tra di loro e vanno sempre considerate prima di partire per un’escursione. Ognuno di questi fattori è un pezzo fondamentale del puzzle, e considerarlo ci aiuterà a pianificare il percorso più adatto a noi in un momento specifico e con condizioni specifiche. Non è sempre semplice, ovviamente, ed è sicuramente un processo che risulterà più facile con l’esperienza. Se siamo alle prime armi e ancora non abbiamo le capacità necessarie per pianificare un’escursione in autonomia, allora è sempre consigliato consultare qualcuno più esperto di noi, un amico o un professionista della montagna. Così da poter imparare e approcciare sempre la montagna con la giusta conoscenza e la giusta consapevolezza.