Bernina: dal buio alla luce

Bernina: dal buio alla luce

9 ottobre 2023, a cura di Camilla Pizzini

Ci sono vari modi di fare fatica.

La fatica è una sensazione familiare a tutti e di essa ci sono varie sfumature. La prima è quella che ti perseguita psicologicamente, che anche senza aver fatto nessuno sforzo fisico, ti fa sentire distrutto. La seconda è quella che dopo grandi sforzi, ti fa crollare senza energie in un sonno profondo. Ma la terza, è quella che nonostante tutto, nonostante il tuo corpo ti dica di mollare, non ti abbatte mai abbastanza da fermarti. Ti sei allenato a quella stanchezza, soprattuto se hai fatto l’atleta, perché senti che in fondo, nonostante tutto, hai ancora energie per andare avanti.

La stanchezza che vedo negli occhi di Stefano è quest’ultima. Non è la prima volta che la vedo e forse, proprio per questo motivo, quando penso a Stefano La Mastra, mi vengono sempre in mente due parole: “Nonostante tutto…”

Ogni progetto ha un suo “Perché”.

Siamo a Milano, o forse più in zona Varese. A casa di Stefano c’è una foto di un bimbo in montagna con la mano fasciata. Sorriso storto, cappellino giallo e verde, in posa come ogni buon montanaro. Dietro riporta una dicitura: “24 Luglio 1989 - Gita al Bernina 2599m con Stefano, causa bufera non abbiamo messo i piedi sul ghiacciaio. Troppo freddo per Stefano, infortunato in una mano”. A quanto pare, non stiamo per affrontare il Pizzo Bernina senza un buon motivo.

Piz Bernina Stefano La Mastra bambino

Pizzo Bernina - 4049 m

Conosciuto da molti, anche detto Piz, il Bernina è una di quelle montagne che ha la fama di essere complicata, contorta, con mille sfaccettature più negative, che positive, ma comunque speciale a modo suo. Si potrebbe dire che è La Montagna delle alpi lombarde.

Il viaggio conta più della vetta.

Con molti pensieri, ma con un’unica priorità in testa, Stefano parte da casa con la sua amata bici. 161km e 2577m di dislivello, ecco cosa lo attende per questa prima sezione su due ruote. “Forse la bici rimarrà sempre lo sport in cui non avrò mai troppe difficoltà” infatti siamo noi in ammiraglia che lo inseguiamo ad avere problemi a stargli dietro lungo le sponde del Lago di Como. Sfreccia tra le macchine e finché la luce del giorno lo assiste non ci sono ricadute. Pedalata dopo pedalata ci avviciniamo alla meta. Cala la luce, un cambio di outfit veloce, un po' di cibo solido e si prosegue. Chiunque si ritrovasse sulle salite della Valmalenco nel buio della notte forse un giorno capirà quanto siano un misto di desolazione e dolore fisico causato dalla loro pendenza. Eppure Stefano prosegue, tra urla e silenzio.

Vertical Bernina Stefano La Mastra bici

È tempo di correre.

Stefano ha una grande passione: le Vertical, un modo tutto suo di affrontare una montagna. Si parte da casa con le proprie gambe e si arriva in cima ad una vetta senza mai prendere mezzi di trasporto, scorciatoie o pause. Ed è per questo motivo che ora è tempo di correre. Arrivati al piazzale del Rifugio Zoia la stanchezza c’è, ma non troppa. Tanto è che si siede per mangiare qualcosa velocemente, si cambia, un’ultimo bacio alla santa che ha deciso di sposarlo e si riparte. Con noi Saro la guida alpina, che sembra più felice di tutti noi, compreso Stefano, di partire di corsa verso l’attacco del Bernina.

La notte è giovane, noi meno.

11km e 1190m di dislivello, nel buio più totale, con solo le frontali per avanzare e tagliare la notte. C’è un misto di avventura, incoscienza, preparazione e coraggio nel affrontare la montagna così. L’essere umano non è fatto per stare al buio, siamo geneticamente programmati per condurre una vita diurna, eppure eccoci qui a mezzanotte che corriamo lungo le pendici di una montagna. Forse porsi dei limiti non ha mai fatto parte dell’essenza di Stefano La Mastra. La bellezza di affrontare la notte in questo modo è che quando poco alla volta, alle 4 di mattina, inizi a scorgere un po' di luce, ti rendi conto di cosa veramente c’è intorno a te e ti senti piccolo, insignificante. Eppure ti senti da Dio. È così che ci siamo sentiti al Rifugio Marinelli Bombardieri - 2 813 m alle 4:15 di mattina, dopo una più che meritata pasta. Ci sono molte cose buone al mondo, ma mangiare carboidrati dopo una notte insonne sembra la preferita di tutti.

Vertical Bernina Stefano La Mastra notte

Ore 4:30, parte la cordata per il Bernina: 1220m di dislivello finali.

Abbiamo visto Stefano incamminarsi per l’ultimo tratto di questa scalata. La parte difficile arriva ora, proprio quando il momento più complicato è appena iniziato. Le 4:30 di mattina, dopo una notte insonne e 170km nelle gambe, sono uno di quegli attimi dove veramente ti chiedi perché lo stai facendo. Gli ultimi 6km sul Piz Bernina sono anche i più complicati: si inizia con un pezzo di sentiero tra le rocce, fino a raggiungere il tanto agognato ghiacciaio. È un periodo di grandi sbalzi di temperature e tra i crepacci e le frane di roccia, questo è uno di quei luoghi che sa farti sentire quanto la vita può essere fragile. E viste proprio le condizioni, Saro, la guida alpina, conduce tutti lungo la ferrata, la via più sicura, verso il Rifugio Marco Rosa 3 609m s.l.m.. Non manca molto, ma 400m di dislivello a queste altitudini sono speciali. Si prosegue così, tra un’imprecazione, una piccola caduta in un crepaccio e delle allucinazioni da stanchezza, verso l’ultima grande sfida: la cresta finale. Un filo di roccia sottile ci separa dalla meta. La voglia ci spinge, ma bisogna essere prudenti. Però eccola ad un tratto, la cima.

Cosa hai sentito una volta che sei giunto in cima?

Realizzato. Ci tenevo tanto ed era da due anni che programmavo questa Vertical. Negli ultimi 10 anni della mia vita, poco alla volta, sto chiudendo tutta una serie di progetti che ho da molto tempo. Secondo me, quando porti a termine tutto quello che ti eri prefissato vuol dire che le cose stanno andando nella direzione giusta. Basta vedere la foto di me da piccolo con la mano fasciata, questo progetto me lo portavo dietro da sempre. Tutto questo mi fa sentire veramente bene con me stesso, come se ci fosse qualcuno che mi da la conferma che sto seguendo il percorso giusto nella mia vita.

 

Guarda il video racconto della Vertical sul nostro canale Youtube: guarda ora.

 

 

© photo: Camilla Pizzini, Luca Matassoni